I denti sensibili rappresentano uno dei disturbi più frequenti nella popolazione adulta. Secondo Odontoiatria33, oltre il 30% dei pazienti italiani – con maggiore incidenza tra i 20 e i 50 anni – soffre di una qualche forma di ipersensibilità dentinale: una condizione che si manifesta con un dolore acuto e transitorio in risposta a stimoli termici, chimici o meccanici.
Come sottolinea Il Dentista Moderno (2024), la sensibilità dentale non va considerata un semplice fastidio, ma un segnale clinico di alterazione delle strutture di protezione del dente. Capirne le cause e intervenire in modo mirato è fondamentale per prevenire complicanze come carie radicolari, gengiviti o lesioni cervicali.
Cos’è la sensibilità dentale
La sensibilità dentale (o ipersensibilità dentinale) è definita, secondo l’Italian Journal of Dentistry (2023), come “una breve e intensa sensazione dolorosa che si manifesta in seguito a stimoli esterni su denti vitali”.

Il dolore compare quando la dentina, lo strato situato sotto lo smalto, rimane esposta e gli stimoli esterni raggiungono le terminazioni nervose presenti nei tubuli dentinali. Gli stimoli più comuni sono le variazioni di temperatura, gli alimenti acidi o dolci e la pressione esercitata dallo spazzolamento.
La condizione può coinvolgere un solo dente o più elementi e, spesso, è associata a recessione gengivale o usura dello smalto.
Cause principali
1. Erosione e usura dello smalto
L’erosione dello smalto è una delle cause più diffuse. Può dipendere da acidi endogeni (come il reflusso gastroesofageo) o esogeni (bevande acide, vino, caffè, succhi, energy drink). L’azione chimica di queste sostanze indebolisce progressivamente lo smalto e rende vulnerabile la dentina sottostante. Anche un uso scorretto dello spazzolino — movimenti orizzontali o setole troppo dure — può causare abrasione meccanica e accentuare il problema.
2. Recessione gengivale
La recessione gengivale espone la radice del dente, che non è protetta dallo smalto. Secondo Odontoiatria33, tra le principali cause troviamo lo spazzolamento aggressivo, la malattia parodontale e l’invecchiamento naturale dei tessuti. L’esposizione del colletto dentale aumenta la sensibilità agli sbalzi termici e agli stimoli tattili.

3. Bruxismo e microtraumi
Il bruxismo, cioè il digrignamento dei denti, è un fattore meccanico di usura. Studi recenti confermano che la frizione cronica riduce lo spessore dello smalto e amplifica la risposta dolorosa. In questi casi è raccomandato l’uso di un bite notturno personalizzato per proteggere le arcate dentarie.
4. Trattamenti odontoiatrici
Dopo una pulizia professionale o uno sbiancamento, è comune avvertire una sensibilità temporanea. Tuttavia, è importante sapere che questa condizione è reversibile e dipende dalla momentanea rimozione della pellicola protettiva che ricopre lo smalto. Il disagio può essere ridotto con l’uso di dentifrici remineralizzanti e collutori a base di fluoro.
5. Carie e fratture
La presenza di carie o microfratture può lasciare scoperta la dentina e permettere agli stimoli di raggiungere la polpa. In questi casi la sensibilità è un segnale di danno strutturale e richiede una diagnosi immediata da parte del dentista.
Rimedi e trattamenti
Come riportano Il Dentista Moderno e Odontoiatria33, la gestione dell’ipersensibilità dentinale dipende sempre dall’origine del problema. Le terapie possono essere domiciliari o professionali.
Rimedi domiciliari
- Utilizzare dentifrici desensibilizzanti contenenti fluoruro, nitrato di potassio o arginina.
- Spazzolare i denti con movimenti delicati e setole morbide.
- Evitare cibi e bevande acide o zuccherate che favoriscono la demineralizzazione.
- Applicare periodicamente mousse o gel al fluoro per rinforzare lo smalto.
Trattamenti professionali
- Applicazioni di fluoro topico o resine desensibilizzanti per sigillare i tubuli dentinali.
- Otturazioni o restauri conservativi nei casi di erosione o carie.
- Innesti gengivali per coprire radici scoperte e proteggere le aree sensibili.
- Laserterapia (Nd:YAG o diodi) per favorire la chiusura dei tubuli dentinali e ridurre la risposta dolorosa.
L’approccio combinato — igiene domiciliare, trattamento topico e follow-up periodico — rappresenta la strategia più efficace per il controllo a lungo termine della sensibilità dentale.
Prevenzione
La prevenzione resta il modo più sicuro per mantenere denti sani e forti. Ci sono delle linee guida che vanno seguite per ottenere risultati ottimali:
- Spazzolare i denti due volte al giorno con tecniche non traumatiche.
- Utilizzare filo interdentale o scovolino quotidianamente.
- Limitare il consumo di alimenti e bevande acide (vino, agrumi, succhi, energy drink).
- Effettuare visite odontoiatriche ogni 6-12 mesi.
Una dieta equilibrata, povera di zuccheri semplici e ricca di calcio e fosforo, contribuisce a rafforzare lo smalto e a ridurre il rischio di erosione.

FAQ – Domande frequenti sui denti sensibili
Perché i denti fanno male con il freddo?
Perché gli stimoli termici penetrano attraverso i tubuli dentinali scoperti e raggiungono le terminazioni nervose, generando dolore acuto.
Quanto dura la sensibilità dopo lo sbiancamento?
Generalmente pochi giorni. Si tratta di una condizione temporanea che migliora con l’uso di dentifrici al fluoro e spazzolini a setole morbide.
Qual è il miglior dentifricio per denti sensibili?
I prodotti formulati con nitrato di potassio, fluoruro di sodio e arginina creano una barriera protettiva sulla dentina e riducono la trasmissione dello stimolo doloroso.
La sensibilità dentale peggiora con l’età?
Sì. L’assottigliamento dello smalto e la retrazione gengivale fisiologica aumentano il rischio di ipersensibilità dopo i 40 anni.
Quando rivolgersi al dentista?
Se la sensibilità dura più di una settimana o peggiora nel tempo. Potrebbe essere il segno di carie, fratture o parodontite iniziale.
Fonti
- Infodent (2024) – “Ipersensibilità dentinale: diagnosi e trattamento clinico
- Odontoiatria33 (2024) – “Prevenzione e gestione dei denti sensibili”
- Il Dentista Moderno (2023–2024) – “Rimedi e tecniche conservative per l’ipersensibilità dentinale”
- Italian Journal of Dentistry (2023) – “Management of dentinal hypersensitivity: clinical overview”